Don Elio Benedetto, accompagnato dalla Comunità di recupero “Il Noce” di Termoli, incontra gli studenti di due istituti scolastici superiori di Vieste (FG).

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Il 27 e 28 marzo c.a., nella città di Viste (FG), si sono succeduti una serie di incontri volti a sensibilizzare gli auditóri su tematiche “scottanti” – e dal profondo impatto sociale – come quelle della tossicodipendenza e delle dipendenze degenerative in genere. Ma ciò che di più ha aiutato a comprenderne il senso e a interpretarne la specificità, è stato il palcoscenico sul quale questo parterre di eventi è andato in scena: gli istituti scolastici superiori IPSSAR (scuola alberghiera) e il Polivalente (licei,…) della città pugliese.

Già, proprio il mondo della scuola! Un universo costituito da ragazzi e da giovani che ne vivono le dinamiche e ne sperimentano la ricchezza, ma che troppo spesso, soprattutto quando abbandonati a loro stessi, diventano i primi soggetti a rischio di tali dipendenze.

Organizzatore degli incontri è stato il sacerdote don Gioacchino Strizzi, appartenente alla Vicaria Foranea di Peschici (Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo), che ha saputo concertare al meglio gli interventi degli ospiti convenuti, vale a dire: i giovani della Comunità di recupero “Il Noce” di Termoli (CB) e il sacerdote e cantautore don Elio Benedetto, parroco in Palata (CB) che ha intermezzato le loro testimonianze di vita con alcune canzoni cristiane d’autore tratte dal suo repertorio e perfettamente adatte all’occasione.

L’accoglienza riservata a costoro dagli studenti è stata delle più calorose, capace di impiantarsi in un quadro prospettico dalle ampie vedute e che, in aggiunta, ha lasciato trasparire un’organizzazione sapiente e accurata, merito del coordinamento stesso ma anche – e soprattutto – dell’entusiasmo mostrato dai Dirigenti Scolastici, i quali ne hanno saputo apprezzare – con lungimiranza – sia l’efficacia sia la significativa ricaduta sociale.

I giovani della comunità “Il Noce” – accompagnati dal dott. Antonio De Lellis, loro responsabile nonché uomo abile nello svolgere al meglio un lavoro tanto delicato quanto difficile – hanno davvero apprezzato il taglio tematico che gli organizzatori hanno voluto attribuire alle previste “testimonianze di scambio”; infatti, le stesse, sono state inserite all’interno di una riflessione più accurata concernente il mondo del volontariato, esperienza, questa, che costituisce proprio il cardine nonché la forza motore dell’associazione, anche quando momenti bui e situazioni spiacevoli l’hanno attraversata.

Sono proprio i momenti bui, infatti, che rafforzano e fanno crescere e, questo, è emerso con vigore dalle testimonianze di alcuni giovani schiacciati troppo presto dalle effimere seduzioni della droga.

Probabilmente, timorosi e ansiosi all’inizio, sopraffatti anche dalle incertezze che possono scaturire dal rapportarsi a giovani e ragazzi più piccoli, hanno saputo comunque esprimere al meglio quanto sia flebile e dannosa la speranza di trovare la felicità in pochi attimi “di sballo” e di quanto sia importante puntare sul primo luogo di accoglienza e di salvezza: la famiglia.

A tal proposito, infatti, nel ripercorrere i contenuti di tali testimonianze, Antonio De Lellis così si è espresso: «La necessità di costruire ponti e non muri, di essere un presidio di resistenza di fronte alla barbarie che avanza, ci insegna a restare umani e ad accogliere sempre chi è diverso da noi e accompagnarlo nella cura finché sia possibile. Nelle testimonianze, a tratti anche emozionanti e sempre significative, dei giovani ospiti della comunità “Il Noce” di Termoli la conferma della ricchezza di tali esperienze».

Ma come si diceva più su – quasi a inserirsi in punta di piedi – molto toccanti sono state anche le esibizioni canore di don Elio Benedetto, sacerdote e parroco che ha dedicato parte della sua vita alla diffusione del Vangelo attraverso la musica cristiana dallo stile pop-rock. L’opera musicale di don Elio, che non conosce confini (si ricordano i numerosissimi concerti tenuti in tutta Italia, l’esibizione canora in Città del Vaticano durante un’udienza del Santo Padre in occasione del centenario della Famiglia Paolina, i concerti a Lourdes e in India presso la Tomba di Madre Teresa, voluto quest’ultimo dalle Suore Missionarie della Carità), è incentrata tutta sulla Parola di Dio e sulla figura di Santa Teresa di Calcutta; il “Cammino Semplice” da quest’ultima proposto, dedicato ai poveri e alle persone che versano in gravi e spiacevoli condizioni di vita, è diventato anche lo stile di vita del sacerdote molisano che, con saggezza, ha saputo calibrarlo per l’occasione e proporlo ai giovani studenti dei due Istituti scolastici.

A catturare maggiormente l’attenzione dei convenuti sono state le canzoni “Dai al mondo il meglio di te” e “Solo l’amore resterà”; don Elio, attraverso questi due brani, è riuscito a veicolare un messaggio di speranza forte e scarno di timori di sorta. Gli studenti si sono lasciati coinvolgere senza paura, prodigandosi in applausi e battiti di mano ritmati; insomma, si sono lasciati travolgere dallo stile scoppiettante e profondo di don Elio, che bene ha saputo fondersi con l’atmosfera creatasi a seguito degli interventi dei giovani del Noce.

In conclusione, eventi significativi, diversi dai soliti e che han saputo scuotere le coscienze e le esistenze di giovani e ragazzi, assetati di senso e desiderosi di realizzare obiettivi profusi al bene comune.

Giuseppe Gravante